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34ª DOMENICA T.O.
GESÙ CRISTO RE DELL’UNIVERSO
(Giornata nazionale di sensibilizzazione per il sostentamento del clero)
UN REDENTORE IN CROCE
Come proclama lo stesso Pilato (cf Gv 18,37), chiamato a giudicare della sua sorte, Gesù è un re il cui trono è la croce.
Questa regalità è la stessa che si è manifestata lungo tutto l’Antico Testamento, nella storia del popolo eletto e in quegli uomini che sono stati investiti da Dio per compiere la sua volontà. La sua dimensione è tuttavia ancora più vasta e si estende a tutto il cosmo, abbracciato idealmente da Cristo sulla croce. Come recita l’inno ai Colossesi, infatti, «Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui». Sta a noi scegliere se riconoscere l’azione salvifica di Cristo vivendo nell’amore o se chiuderci nell’egoismo, rifiutando la vista del suo volto sofferente.
PRIMA LETTURA
Unsero Davide re d’Israele.
Davide viene eletto re e unto nel nome del Signore, Dio d’Israele. Quest’ultimo, però, rimane l’unico vero sovrano del popolo eletto. Soltanto con Cristo tale sovranità avrebbe davvero assunto sembianze umane.
SALMO RESPONSORIALE Dal Salmo 121 (122)
Celebrando la grandezza della Gerusalemme terrena, il salmo apre alla contemplazione di ciò che sarà la Gerusalemme celeste.
SECONDA LETTURA
Ci ha trasferiti nel regno del Figlio del suo amore.
Il brano è composto di due momenti. Il primo si sofferma sull’azione salvifica di Dio verso l’umanità. Il secondo rivela il mezzo tramite il quale quest’azione si compie: la venuta nel mondo di Gesù Cristo e la sua morte in croce.
VANGELO
Signore, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno.
I capi e i soldati non comprendono la gloria del Figlio di Dio nella sua debolezza e lo scherniscono, invitandolo a dimostrare la sua potenza con la forza bruta. Il primo a riconoscere nel Nazareno in croce un re sul suo trono è invece un malfattore crocefisso con lui, simbolo di tutti i poveri della storia che, soffrendo con Cristo, hanno riconosciuto in lui la salvezza.