11 SETTEMBRE
24ª DOMENICA T.O.
UNA GIUSTIZIA CHE SALVA
Condannare, sia gli altri che sé stessi, è sempre molto facile. L’uomo è infatti per sua stessa natura una creatura fragile, che si trova a disagio con l’idea di perfezione.
Molto più difficile è avere misericordia. Questa seconda scelta diventa addirittura impossibile se ci si ritiene giusti e, in quanto tali, autorizzati a porsi un gradino sopra gli altri. Ma se Dio stesso – che pure di giustizia ne sa qualcosa – resiste per intercessione di Mosè a questa tentazione e sa scorgere il buono che è nell’uomo, certo anche noi possiamo fare uno sforzo.
PRIMA LETTURA
Il Signore si pentì del male che aveva minacciato di fare al suo popolo.
In questo episodio si esprime uno dei temi più importanti di tutto l’Antico Testamento: quello dell’alleanza tra il Signore e il suo popolo. All’infedeltà umana si contrappone la misericordia di Dio, che supera ogni tradimento e rinnova continuamente il patto stabilito con Israele.
SALMO RESPONSORIALE Dal Salmo 50 (51)
Il salmista chiede a Dio di perdonare i suoi peccati e, contemporaneamente, gli propone di ripartire, per proclamare di nuovo la sua lode.
SECONDA LETTURA
Cristo è venuto per salvare i peccatori.
Per l’apostolo Paolo parlare della misericordia di Dio non significa solo fare un bel discorso. Egli stesso è infatti immagine vivente di quella misericordia, che lo ha trasformato da persecutore di coloro che riteneva ingiusti in perseguitato a causa della giustizia.
VANGELO
Ci sarà gioia in cielo per un solo peccatore che si converte.
Gesù, sollecitato dalle mormorazioni di scribi e farisei, spiega il rapporto tra uomo e Dio in tre parabole. Nelle prime due Gesù parte da esempi d’amore tutto sommato comprensibili per i suoi interlocutori; nella terza, invece, alza la posta e presenta un Padre il cui amore per i figli supera e sconvolge ogni tipo di calcolo.