19 aprile
2ª DOMENICA DI PASQUA
Della divina misericordia
San Tommaso, nostro fratello
Ogni anno in questa «Domenica in albis» e «della divina misericordia» ci viene presentato san Tommaso, che tra gli apostoli è quello che ha fatto più fatica ad accettare la risurrezione di Gesù. Ognuno di noi può ritrovarsi nella sua fede difficile, alla quale Gesù risorto risponde pieno di misericordia. La prima lettura ci ricorda l’amore fraterno che ha caratterizzato la prima comunità cristiana nata dalla Pasqua.
PRIMA LETTURA
Tutti i credenti stavano insieme e avevano ogni cosa in comune.
Ecco la nuova comunità cristiana nata dalla risurrezione di Cristo, che cresce di numero e si organizza. È animata dalla parola degli apostoli, vive la più schietta comunione fraterna, nella condivisione dell’Eucaristia («nello spezzare il pane») e nella preghiera comune. Tra loro avvengono anche prodigi e miracoli, sono stimati dal popolo, il clima è quello della gioia e della semplicità.
Dagli Atti degli Apostoli. At 2,42-47
SALMO RESPONSORIALE Dal Salmo 117 (118)
L’amore del Signore è per sempre. Il Padre esalta il Figlio Gesù, che è stato rifiutato, e con la sua risurrezione lo mette al centro della storia della salvezza.
Rit. Rendete grazie al Signore, perché è buono: il suo amore è per sempre.
SECONDA LETTURA
Ci ha rigenerati per una speranza viva, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti.
Pietro sembra parlare già da primo papa e incoraggia la comunità cristiana a perseverare nella vera fede e ad affidarsi a Cristo risorto. Del resto egli è certo dell’amore che i nuovi cristiani nutrono per Gesù, anche se molti di loro lo hanno conosciuto solo attraverso la testimonianza degli apostoli.
Dalla prima lettera di san Pietro apostolo. 1Pt 1,3-9
VANGELO
Otto giorni dopo venne Gesù.
È domenica e Gesù sorprende gli apostoli presentandosi a loro vivo, mostrando le mani e il costato trafitti. Non c’è Tommaso tra di loro ed egli non crede alla loro testimonianza. Otto giorni dopo Gesù è di nuovo tra loro e questa volta c’è anche Tommaso, che, di fronte alle mani e al costato trafitti, compie un profondo atto di fede.
Dal vangelo secondo Giovanni. Gv 20,19-31