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2. introduzioni – 15ª DOMENICA T.O.

10  LUGLIO
15ª DOMENICA T.O.
FARSI PROSSIMI A IMMAGINE DI DIO

Desiderare il bene dell’altro non è prerogativa dei santi o degli ingenui, ma degli uomini. Per il credente poi, impegnarsi attivamente per migliorare la vita dei fratelli non significa soltanto assecondare la propria natura sociale, ma anche rimodellarsi a immagine di Cristo.
Le indicazioni che Gesù stesso fornisce nel vangelo di oggi e che vanno in questo senso, non sono un invito alla dissennatezza. Non si tratta infatti di rinunciare alla saggezza, all’arte di parametrare i propri fini in base ai propri mezzi. Si tratta piuttosto di fare davvero qualcosa, senza perdersi in scrupoli o in chiacchiere e senza scoraggiarsi, poiché «questa parola è molto vicina a te, perché tu la metta in pratica» (cf Dt 30,14).

PRIMA LETTURA
Questa parola è molto vicina a te, perché tu la metta in pratica.
Le parole di Mosè ci ricordano che Dio non ci chiede di fare nulla di più del nostro meglio. Se da un lato siamo dunque sollevati dal compiere sforzi sovrumani, dall’altro siamo anche chiamati a una grande responsabilità, verso le nostre azioni e verso le nostre omissioni.

SALMO RESPONSORIALE           Dal Salmo 18 (19)
Come la legge del Signore è perfetta, così la sua testimonianza è stabile. Un cammino di fede perseverante è dunque possibile.

SECONDA LETTURA
Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui.
Paolo descrive il ruolo di Cristo nella storia partendo da due capisaldi. Egli è principio della creazione, è quel Verbo che era in principio, si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi (cf Gv 1,1-18). Ma egli è anche orizzonte e fine ultimo della Chiesa, vero significato della sua opera nel mondo.

VANGELO
Chi è il mio prossimo?
Il sacerdote e il levita, nonostante la loro conoscenza delle Scritture, non riescono a comprenderne il significato. Solo il Samaritano rende davvero testimonianza a ciò in cui crede, poiché compie quel passaggio da fede teorica a prassi di misericordia che permette all’uomo di risultare gradito a Dio e discepolo di Cristo Gesù.