13 settembre
24ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Il perdono qualifica il cristiano
Il cuore di Dio è grande, la sua misericordia è senza limiti. Il Padre è sempre pronto a perdonarci, dice Gesù oggi, e noi dovremmo imitarlo perdonando anche noi con generosità e apertura d’animo, abbandonando ogni risentimento, pronti sempre a riconciliarci, fino a «settanta volte sette»!
PRIMA LETTURA
Perdona l’offesa al tuo prossimo e per la tua preghiera ti saranno rimessi i peccati.
Il sapiente Ben Sirac, vissuto nel secondo secolo a.C. scopre il legame che c’è tra la nostra richiesta di perdono che chiediamo a Dio nella preghiera e l’esigenza della riconciliazione con coloro verso i quali portiamo rancore.
Dal libro del Siracide. Sir 27,30‒28,7 (Neo Vulgata: 27,33‒28,9)
SALMO RESPONSORIALE Dal Salmo 102 (103)
Il salmista riconosce che il Signore è buono e grande dell’amore e nel perdono. La sua misericordia è senza limiti.
Rit. Il Signore è buono e grande nell’amore.
SECONDA LETTURA
Sia che viviamo, sia che moriamo, siamo del Signore.
Con questa domenica finiamo la lettura continua della lettera ai Romani. Noi apparteniamo a Cristo sempre, dice Paolo, nella vita e nella morte. Tra le cose che ci assimilano di più a Gesù c’è certamente la capacità di perdonare.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani. Rm 14,7-9
VANGELO
Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.
Gesù racconta una parabola paradossale per invitarci a perdonare. Ma anche per dire che il perdono che noi concediamo ai nostri fratelli è infinitamente più piccolo di quello che Dio concede a noi.
Dal vangelo secondo Matteo. Mt 18,21-35