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10. Anche Noi Vogliamo Capire – 5 Quar. C, 7/4/19

Per aiutare i nostri piccoli a vivere meglio la Liturgia della Parola

PRIMA LETTURA (Isaia 43,16-21)
Israele è in esilio a Babilonia ed è tormentato tra il ricordo di un passato mai dimenticato, ma lontano, e la paura che il Signore non voglia ripetere i prodigi dell’Esodo. Il profeta Isaia rassicura e incoraggia il popolo: il Signore non vuole rinunciare a Israele e compirà un prodigio nuovo per liberare il suo popolo e ricondurlo a Gerusalemme.

* Capire le parole
Una strada nel mare: il riferimento è al passaggio del Mar Rosso, asciugatosi nel tratto di attraversamento del popolo eletto.
Il mio popolo: Dio per bocca del profeta esprime compiacimento per la sua opera e per aver stabilito un rapporto unico e speciale con il popolo di cui orgogliosamente rivendica appartenenza.
Deserto: luogo arido, privo di vie di comunicazione e di vita; con l’intervento di Dio diviene percorribile e abitabile e per questo motivo di lode; come l’animo arido di colui che è lontano da Dio e poi ne diviene amico e alleato.

SECONDA LETTURA (Filippesi 3,8-14)
Paolo, un tempo prigioniero della Legge, ha sperimentato la libertà dello spirito che deriva dalla conoscenza e dal rapporto di fede e di amore con il Signore Gesù. Con il battesimo è iniziato il cammino di avvicinamento al premio della vita eterna: è questo il suo desiderio più profondo, che gli infonde la forza per correre verso la meta finale della vita.

* Capire le parole
Signore: sovrano, re, padrone da cui si è totalmente dipendenti e a cui ci si affida totalmente, poiché lo si riconosce indiscutibilmente fonte di vita, senso e ragione dell’esistenza.
Spazzatura: secondo la sua esperienza, per san Paolo le cose di questo mondo, per quanto belle e attraenti, appaiono vuote e senza valore al cospetto di Dio e della conoscenza del suo Figlio Gesù.
Giustizia: quella “derivante dalla Legge” significa sentirsi a posto e in regola per aver messo in pratica le leggi di Dio, quindi per merito proprio, senza però aver conosciuto la misericordia e la bontà di Dio.

VANGELO (Giovanni 8,1-11)
Brano con una storia complicata. Quando Gesù manifesta perdono non va frainteso come un incentivo a perseverare nel peccato. Stupisce che anche in assenza di alcun segno di pentimento della donna, il Signore ugualmente non la condanna, concludendo con l’esortazione a non peccare più. Per noi è Vangelo della misericordia, affidata alla responsabilità di chi viene perdonato.

* Capire le parole
Scribi e farisei: i primi erano esperti in tutto ciò che riguardava la trasmissione dei testi sacri e delle tradizioni religiose di Israele; i secondi erano un vero e proprio partito religioso e politico di rigorosa osservanza della legge mosaica.
Lapidare: esecuzione di una condanna a morte particolarmente umiliante e dolorosa, tramite ripetuti lanci di pietre.
Scrivere col dito: la legge data a Mosè fu scritta col dito di Dio nella roccia; di ciò che Gesù può aver scritto nella sabbia (lettere, parole, segni, o forse la condanna) non rimane nulla, se non la misera e la Misericordia, l’amata e l’Amore.

PER RIASSUMERE… Gesù è venuto per rinnovare l’uomo, che era destinato alla morte a causa del peccato. Il dono della vita nuova è frutto dell’amore gratuito e misericordioso del Padre attraverso il Figlio incarnato. Chi si riconosce peccatore riceve il perdono ed è pronto per una vita da figlio di Dio. L’invito di Gesù a «non peccare più» ricorda a ciascuno di noi che il peccato resta sempre in agguato, ma che nessuno ci può strappare all’amore di Dio, se noi vogliamo decisamente restare fedeli.